A spezzare la monotonia, ci sono il trillo del postino, lo sfrecciare di un’auto solitaria, il cigolio di un paio di biciclette, le passeggiate degli ospiti della clinica psichiatrica. Perché io abito fra bambini, cerbiatti, topini di campagna, narcisi e squilibrati: ho trovato il mio posto nel mondo. Per ora, dato che non mi basta una vita (e una casa) e nemmeno una decina di vite (e di case). “Dura la vita ai tempi del covid19”, penserete. Ma no, io mi sto riferendo al prima, alla “hygge” normale routine della periferia danese!