Sarà che ho appena compiuto 44 anni, sarà che anche io credo che la giovinezza è quella parte di te che persiste più a lungo perché è l’età in cui hai sentito te stessa, percepito te stessa nel mondo, il... Continue Reading →
Sara Sesti è docente di Matematica e ricercatrice in storia della scienza. Ha scritto insieme a Liliana Moro il libro Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie.
Chiara Zanini denuncia la presenza di ben16 relatori maschi su 16 in un laboratorio organizzato dal Centro Sperimentale di cinematografia a Milano sul film business. Andatevi a leggeri i commenti degli organizzatori, vi assicuro avrete pane per i vostri denti e capirete meglio tutto. Non è la prima volta che Chiara segnala questo tipo di situazione, lo fa con i social e con la newsletter, ma questa è la prima volta che si tratta della scuola di cinema più importante nel panorama italiano. Con la sua denuncia Chiara ottiene un risultato, è una magra consolazione, ma è pur sempre un risultato. Sul sito del CSC trovate la rimodulazione, con donne in quantità che sembra più o meno equilibrata, più o meno, a seconda di come si guarda la cosa.
Intanto la mia psicologa (via Skype) mi aiutava a farmi amare il mio bucolocale visto che ci ero costretta per così tanto tempo. Sì, lo odio. È piccolo, è soffocante, è tipo la torre in cui vengono rinchiuse le principesse: all’ultimo piano e angusto. “Va bene, prometto che me ne prenderò un po’ più cura” ed è stato incredibilmente terapeutico.
Le emozioni si sono amplificate, nel bene e nel male. L’amore è grande ma non si può vivere, i litigi furenti ma non si può rimediare…così non va, non può andare avanti, ma la consapevolezza quella si.
Aprile 2020 manca ancora un mese, un lunghissimo mese alla fine di questo lockdown e Silvia prova a fare un primo parziale bilancio di questa vita sul crinale dell'emergenza. Cercare il lato positivo non è mai semplice...
Comincio col dire che vivo questa quarantena in modo un po' anticonformista. In realtà, non è la prima volta che sono soggetta a un periodo più o meno lungo di reclusione forzata. Sei anni fa, infatti, fui ricoverata per una... Continue Reading →
A casa mia, padre, madre e fratello lavorano tutti da remoto, sparsi per le varie stanze. Io ho provato l’ebbrezza del cosiddetto smart working per una settimana, prima di perdere il lavoro. Così l’unico spazio rimasto a mia disposizione è la cucina.
Sarà che in questo particolare periodo della mia vita, o meglio in quel particolare periodo della mia vita che ha coinciso con il Coronavirus, io stavo vivendo un cambiamento profondo.
Il mio sogno numero 47, per quest’anno, era tornare a Milano. Sono una tipa strana e se non stilo una lista delle cose da fare rischio di impazzire. Per questo ho una lista personale anche per i sogni.
Fino ad ora nella mia percezione delle cose la natura e la civiltà vivevano contemporaneamente nella stessa vita, oggi invece mi sembrano due continenti lontanissimi tra loro, separati da un mare in cui galleggia l’isoletta Casa Mia. Quando devo andare a fare la spesa arriva l’ansia come un nuvolone di moscerini .
Siamo all'inizio della quinta settimana di quarantena e ancora non ho ben capito come sto. La prima settimana è stata surreale, spaventosa ma anche bellissima, perché lui era qui con me.
Mi chiamo Marta e ho un figlio di 2 anni e 7 mesi. A casa, da sempre, siamo io e lui. E ce la caviamo così. A parte l'isolamento e la lontananza dagli affetti familiari, la vita domestica non è cambiata tanto da quando siamo chiusi, ma certo il lavoro sì.
C’è un momento della quarantena in cui senti che stai perdendo il controllo: sul tempo, sulle cose da fare, sul senso della vita. A molti magari è arrivato prima a me è arrivato qualche giorno fa. La settimana mi è volata e sento che la pigrizia mi assale. Sono in pena per la situazione ma non è questo che mi attanaglia l’animo. È più quel non so che di “non ho voglia di fare una mazza”.
A spezzare la monotonia, ci sono il trillo del postino, lo sfrecciare di un’auto solitaria, il cigolio di un paio di biciclette, le passeggiate degli ospiti della clinica psichiatrica. Perché io abito fra bambini, cerbiatti, topini di campagna, narcisi e squilibrati: ho trovato il mio posto nel mondo. Per ora, dato che non mi basta una vita (e una casa) e nemmeno una decina di vite (e di case). “Dura la vita ai tempi del covid19”, penserete. Ma no, io mi sto riferendo al prima, alla “hygge” normale routine della periferia danese!
Pontedera, Toscana. Sono venuta ad abitare qui 9 anni fa, perché Milano mi stava troppo stretta, impossibile il contatto con Madre Natura, impossibile guardare il cielo tra i palazzi, impossibile respirare aria pulita. Pontedera, quartiere stazione, 60 mq di appartamento,... Continue Reading →
In questi ultimi anni ho viaggiato tanto, come mai avevo fatto in precedenza nella mia vita. Ogni volta che un contratto di lavoro stava per terminare e l'angoscia cominciava ad avere il sopravvento mi sono rassicurata al pensiero di non... Continue Reading →
In questo preciso istante in cui vi scrivo, mio figlio sta piangendo apparentemente in modo disperato perché non faccio con lui l’ennesimo gioco o attività della giornata. Giornate che scorrono un pò tutte uguali, in uno spazio di 90mq dove 4... Continue Reading →
È il 31 di marzo, normalmente oggi avrei festeggiato il compleanno di un’amica, dopo una giornata stressante di lavoro, forse una cena a Chinatown e qualcosa con cui brindare. Invece mi serve la calcolatrice per constatare che sono in casa... Continue Reading →
Storia di Chiara artista che realizza piccoli quadri di felicità anche in quarantena.
Eccoci qua alla seconda storia di #donneinquarantena questa volta con in più un esperimento nerdifero, ovvero incrocio di due blog. Certo lei lo spiegherebbe meglio, ma ci provo: dunque la mia amica @nerdwife che ha un blog stupendo e molto... Continue Reading →
Andrebbe tutto bene, fossi magra, fossi figa, fossi ricca. Abito da sola, in un palazzo di 5 piani, con dieci famiglie e siamo in tre ad avere la media dei 40, gli altri hanno la media degli 80, di anni. Abito da sola in un appartamento di 120 metri quadri, metro + metro meno. Il mio fidanzato abita in un altro comune, dista da me 30 km, con il decreto non lo vedo in carne ed ossa da 22 giorni.