Dall’ultimo resoconto veneziano sono passati ormai diversi giorni. Nel frattempo la Mostra si è conclusa, sono stati annunciati i vincitori, io ho avuto la febbre e sono tornata in Sardegna. Alcuni dei film che ho visto nel corso delle ultime giornate, verranno sicuramente distribuiti anche in Italia, quindi @donneinmovimento potrebbe ospitare recensioni più approfondite in seguito.
Prima però di commentare le vincitrici e i vincitori di quest’edizione, voglio segnalare gli ultimi film che per una ragione o per l’altra andrebbero visti.
Primo fra tutti, mother! di Darren Aronofsky, con Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Michelle Pfiffer e Ed Harris. Sarà per il cast, sarà per Aronofsy, sarà per quell’alone di mistero che ha ruotato intorno alla pellicola fin dall’inizio, mother! è forse il film che più aspettavo di vedere al lido. La proiezione delle 8.30 del mattino è stata accolta con fischi e buu da parte del pubblico. Dalla mia bocca, invece, non usciva alcun tipo di suono, tanto ero stravolta da quanto appena visto.
Ero pronta a tutto e meno male. Il film, nonostante gli evidenti problemi che presenta (vedi la personaggia di Jennifer Lawrence), non mi ha delusa, ma mi ha tenuta con il fiato sospeso e gli occhi incollati sullo schermo. Non svelo niente sulla trama o sul suo significato, scoprirlo durante la visione del film è divertente e inquietante allo stesso tempo.
Due giorni dopo è arrivato Abdellatif Kechiche con Mektoub, My Love: Canto Uno.
Kechiche, a quanto pare, ha venduto la sua Palma d’oro (vinta a Cannes con La vie d’Adele) per poter realizzare questo progetto ambizioso. Il film presentato a Venezia è il primo di una trilogia volta a raccontare le vicende del giovane Amin, che nell’estate del 1994 torna nella sua città natale per trascorrere le vacanze estive. Veniamo catapultati dentro la vita e la quotidianità dei vari personaggi che ruotano intorno ad Amin; seguiamo le loro conversazioni, le serate estive, i drammi, le inquietudini e i divertimenti propri della giovinezza. Attraverso lunghi e stretti primi piani sui corpi delle ragazze e dei ragazzi, condividiamo le loro turbe e i loro sentimenti, gli stessi che ognuno di noi si porta dentro. Un film splendido.
Causa freddo e gelo, il mio corpo non ha resistito e ha ceduto alla febbre. Quindi non ho potuto raggiungere il traguardo dei 40 film che mi ero preposta.
Il bilancio di quest’anno, nel complesso, è positivo.
I principali vincitori di questa edizione sono:
Leone d’oro per il miglior film: The Shape of Water di Guillermo del Toro;
Gran premio della giuria: Foxtrot di Samuel Maoz;
Leone d’argento per la miglior regia: Xavier Legrand per Jusqu’à la gard;
Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile: Charlotte Rampling per Hannah;
Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile: Kamel El Basha per L’insulte;
Miglior sceneggiatura: Martin McDonagh per Tre manifesti a Ebbing, Missouri;
Premio Marcello Mastroianni (a un attore emergente): Charlie Plummer per Lean on Pete;
Premio speciale della giuria: Sweet Country di Warwick Thornthon;
Miglior film della sezione Orizzonti: Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli;
Premio Leone del futuro per la miglior opera prima: Jusqu’à la garde di Xavier Legrand.
Ps – Marvin, che tanto mi è piaciuto, ha vinto il Queer Lion!
Ci vediamo nel 2018.
*foto copertina di @luisacutzu
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