A casa mia, padre, madre e fratello lavorano tutti da remoto, sparsi per le varie stanze. Io ho provato l’ebbrezza del cosiddetto smart working per una settimana, prima di perdere il lavoro. Così l’unico spazio rimasto a mia disposizione è la cucina.
Sarà che in questo particolare periodo della mia vita, o meglio in quel particolare periodo della mia vita che ha coinciso con il Coronavirus, io stavo vivendo un cambiamento profondo.
Il mio sogno numero 47, per quest’anno, era tornare a Milano. Sono una tipa strana e se non stilo una lista delle cose da fare rischio di impazzire. Per questo ho una lista personale anche per i sogni.