Il sonno di un bambino è qualcosa di sacro, qualcosa di vulnerabile e potente allo stesso tempo. Il controcampo è lo sguardo di una madre che in quel tempo si crogiola nella bellezza di quel respiro lieve, che riprende fiato, che riposiziona se stessa nel mondo.
Ninna nanna, dolce nanna. Chissà cosa sogna la piccola Lolita che vive da mesi oramai nella sezione nido del carcere, insieme alla sua mamma Jasmina e a suo fratello Diego.
Rossella Schillaci nel documentario Ninna nanna prigioniera racconta Lolita ogni giorno, nelle stanze spoglie tra le sbarre del carcere di Torino, insieme ad altre bambine e bambini, e madri che con lei condividono quella quotidianità insolita. La regista ha lo sguardo discreto e leggero di chi sa leggere nelle pieghe delle vite delle altre, anche quando queste vite sono diverse, totalmente diverse dalla propria, anche quando sembrano così lontane e incomprensibili. L’occhio della camera diventa il punto di vista dei bambini e porta con sé una storia differente, fatta di silenzi e urla, di giochi e di nanne, di pappe, bagnetti e coccole. E di adulti, come solo i piccoli sanno raccontarli.
Ninna nanna prigioniera sarà in tour in tutta Italia, scoprite le date sulla pagina Facebook.
Rispondi