Piccole grandi verità. La miniserie Hbo trasmessa da Sky è intensa, emozionante e vera. Se l’avete guardata e amata anche voi non desidererete la seconda stagione, se invece l’avete solo guardata, senza coglierne la verità, allora sì, vi meritate la seconda stagione, magari fatta da Shonda Rymes (nulla contro Shonda naturalemente, è solo per fare delle nette distinzioni). La scrittrice del romanzo ha già annunciato che non è intenzionata a scrivere un sequel (grazie grazie cara!), ma la produzione – e nello specifico Reese Witherspoon – le ha chiesto di cominciare a immaginare un possibile proseguimento della storia (Reese ci ha preso molto gusto, e come biasimarla!).
Ma torniamo al principio.
Big little lies è prima di tutto un romanzo della scrittrice Liane Moriarty, pubblicato nel 2014 (in Italia, da Mondadori, nel 2017). Già l’anno successivo, la HBO ordina la produzione della miniserie. Due anni dopo, finalmente, Big little lies approda sul piccolo schermo. Il primo episodio è andato in onda il 19 febbraio 2017 negli Stati Uniti mentre in Italia è stata rilasciata ai primi di marzo su Sky Atlantic. La serie tv, sceneggiata interamente da David E. Kelly, vanta la regia di Jean-Marc Vallé per tutti e sette gli episodi che la compongono. Il regista canadese annovera tra i suoi precedenti lungometraggi un’altra fruttuosa collaborazione con Reese Witherspoon e Laura Dern: Wild, uscito nel 2014. Se non l’avete visto vale la pena, se come me avete odiato In to the Wild, vale ancora di più. Witherspoon è brava e convincente, nel ruolo di una giovane alla scoperta dei suoi limiti, senza eccedere nella retorica e cadere sui soliti luoghi comuni del film di viaggio/formazione. Anche in questa pellicola l’irrisolto e il racconto attraverso i flashback fanno da filo conduttore.
Ho guardato la prima mezz’ora pensando che fosse la solita serie con donne americane troppo belle e stupide, madri piene di soldi e bei vestiti con bambini perfetti, case che stanno bene solo sulla copertina di AD, e paesaggi mozzafiato della sognata California. Nulla di più sbagliato. Niente è come appare. La prima grande bugia o verità.
Ogni mattina una grande finestra si apre sull’oceano, ogni giorno si affaccia sull’infinito mare che porta e allontana, che salva o condanna.
Madeline, Celeste e Jane (Reese Witherspoon, Nicole Kidman e Shailene Woodley) vivono a Monterey che con le sue case acquario, il molo, la scuola, il piccolo teatro, è una gabbia perfetta, dorata, una sorta di Bodega Bay (certo Vallé non è Hitchcock, ma ci si accontenta). I loro figli frequentano tutti la stessa scuola e insieme passano anche molto del loro tempo libero. Le madri spesso al mattino si vedono in un cafè sul Fisherman’s Wharf, si sentono al telefono più volte al giorno e a volte anche su skype. Sono amiche, come solo le donne sanno esserlo, quasi sorelle. In questa apparente idilliaca realtà un omicidio sconvolge la piccola cittadina. Tutti vengono interrogati sui fatti precedenti la tragica serata con morto, ma più che interrogatori sembrano confessionali, ognuno ha la sua teoria su ciò che è accaduto. Attraverso una lunga serie di flashback la storia piano piano si dipana, scopriamo torbidi segreti, pregi e debolezze dei personaggi, empatizziamo ed entriamo in sintonia con personalità apparentemente lontane dalla nostra realtà.
Per tutta la serie la suspence ci tiene incollate allo schermo, perché non solo non sappiamo chi è l’assassina o l’assassino, ma non sappiamo neanche chi è la vittima. Per tutti e 7 gli episodi possiamo fare congetture, sperare che a morire sia stato uno o l’altra, in libertà. Ma ricordate, niente è come appare (noi non spoileriamo, se volete saperlo leggete altrove!).
Al di là della confezione, il montaggio ben fatto, le ambientazioni e la fotografia molto curate, la colonna sonora strepitosa, le punte di diamante della serie sono le personagge.
Madeline è la donna forte e intraprendente, trascinatrice e leader del gruppo, Celeste è la madre-moglie perfetta, dolce e sognante, Jane è la giovane ragazza madre che vince la solitudine e le difficoltà con determinazione. Niente è come sembra, ricordate? Madeline è insicura e ha paura dei cambiamenti, tradisce e ama, si nutre di forti emozioni, è gelosa della nuova moglie dell’ex marito, Bonnie (Zoe Kravitz), e teme di proiettare i suoi errori sulle figlie. Celeste è depressa, ha lasciato la sua carriera di avvocata per occuparsi dei figli, ma soprattutto ha un marito violento, che non solo le lascia segni indelebili sulla pelle, ma che la tormenta psicologicamente ogni istante della loro vita insieme. Jane è stata vittima di uno stupro, un uomo conosciuto una sera e poi sparito, del quale ricorda appena il nome (ma sarà davvero il suo?) e che le ha lasciato la cosa più bella che ha al mondo, suo figlio.
La violenza e la menzogna vanno di pari passo in questo dramma, passano le generazioni. Il figlio di Jane, Ziggy, ultimo arrivato, di madre single, viene accusato di bullismo nei confronti di Amabella, figlia della donna più potente della città, Renata Klein (Laura Dern). Possibile che la bambina menta? Ziggy è dolce e sembra sincero, non ha la faccia da bullo, né il comportamento.
Ma si sa, le bugie dei bambini hanno le gambe corte. Quelle dei grandi le mani lunghe.
La relazione tra Celeste e Perry è disturbante, messa a nudo nei continui momenti di tensione, nelle esplosioni di cieca violenza di lui, nel continuo mascherare di lei. Come un metronomo, schiaffi, spinte, calci, strattoni, prese. Costante, continua logorante. La violenza che uccide, prima o poi. Una morte annunciata. Perry è un personaggio costruito perfettamente, nei minimi dettagli. Talmente vero da essere inverosimile. Gli altri uomini della serie fanno da contorno alla storia, inermi di fronte alla forza (femminile) che hanno a fianco o di fronte, alla quale reagiscono fuggendo o con le minacce; capaci di consolare nel momento di debolezza, senza mai spingersi oltre il limite della apparente comprensione. La loro cura verso le compagne è goffa e spesso dannosa, proiettata sempre verso loro stessi.
Alla violenza, alla menzogna la risposta è invece la sorellanza. Quel sentirsi vicine sempre, quel tendersi la mano al momento giusto per entrambe, quel riconoscersi nell’altra che spesso ci confonde, ma che guida le nostre vite.
E alla fine sapremo chi ha ucciso chi, e tutti i pezzi si ricomporranno, anche se niente è come sembra. Ancora.
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